Gerda Wolzak (1935–2019)

Gerda Wolzak

Era ben nota alla Società Italiana di Fisica essendone stata negli anni dal 1974 al 1982 Segretaria Generale, dopo la morte di Gioacchino Germanà, durante la Presidenza di Carlo Castagnoli. La sua assunzione alla SIF ebbe una storia alquanto interessante e non comune, in quanto Gerda Wolzak non proveniva affatto da trascorsi amministrativi e non aveva certo un curriculum in cui spiccassero particolari doti di attività segretariale. Doti di alto livello facevano sì parte del suo patrimonio culturale ma nel campo tecnico scientifico. Era stata una valente ed esperta radiochimica all’Istituto di Ricerche Nucleari (IKO, Instituut voor Kernphysik Onderzoek) di Amsterdam nel gruppo diretto da A. H. W. Aten jr., uno dei maggiori esperti internazionali di Chimica Nucleare dell’epoca. Tale attività è del resto dimostrata da alcuni lavori interessanti riguardanti ad esempio lo studio del decadimento del Protoattinio 236 in collaborazione con H. Morinaga (1963) e la scoperta dell’isotopo Europio 143 con K. Kotajima e K. W. Brockman jr. (1965) Erano gli anni '50-'60 del secolo scorso , durante i quali io ero approdato all’IKO come borsista del Politecnico di Torino e poi come visiting researcher (leave of absence) inserendomi nel gruppo di Spettroscopia Nucleare (A. H. Wapstra, R. Van Lieshout, R. K. Girgis, R. A. Ricci), sicuramente uno dei più attivi nello studio di strutture nucleari e tra gli antesignani della spettroscopia gamma a scintillazione.

Quando negli anni '60 io mi trasferii a Napoli promuovendo la fondazione delle ricerche di Spettroscopia Nucleare in Italia con il gruppo formato da G. Chilosi, trasferitosi da Torino, e da G. B. Vingiani, A. Covello, P. Cuzzocrea, M. Drosi, C. Rossi Alvarez, grazie alla collaborazione con Amsterdam, fu possibile ottenere un trasferimento temporaneo di Gerda a Napoli per l’installazione e poi la conduzione di un piccolo Laboratorio di Radiochimica di appoggio sotto la sua responsabilità. Fu in quegli anni che Gerda acquisì una grande familiarità con il nostro gruppo e, più in generale, con la comunità dei fisici italiani. L’Italia divenne per lei una seconda patria e per un tratto, purtroppo breve, si accompagnò felicemente con Guido Chilosi, divenuto responsabile del guppo di Fisica Nucleare della sezione INFN di Napoli (io mi ero già trasferito prima a Firenze e poi a Padova) affiancandolo nel suo lavoro e nell’organizzazione di una vita comune. Sfortunatamente Guido morì nel giugno 1971 a seguito di un incidente di montagna nelle Dolomiti, pur essendo un provetto alpinista, subito dopo la nostra indimendicata Conferenza sui nuclei f7/2 tenutasi a Legnaro, lasciando un grande vuoto nella nostra comunità e ovviamente nella vita di Gerda. Lei comunque restò legata agli amici e alla fisica italiana contribuendo a varie iniziative societarie. E fu da questo suo attaccamento e da questa sua esperienza culturale e organizzativa oltre che alla sua versatilità e a grandi doti di adattamento, che emerse la possibilità di proporla per l’assunzione di responsabilità della Segreteria della SIF, rimasta vacante dopo la morte del compianto Gioacchino Germanà. In questa veste e in particolare con l’incarico di occuparsi dell’organizzazione dei corsi della Scuola di Varenna, Gerda mostrò la sua grande e intelligente capacità nel contribuire, con l’aiuto di Sergio Focardi, alla efficace impostazione del lavoro di segreteria e amministrazione, insieme con Elettra Tarabusi, del personale addetto che si sarebbe rafforzato prima con l’assunzione di Enrica Mazzi (1979) e poi di Barbara Alzani (1985), oltre a Roberta Comastri per l’amministrazione. Lo staff redazionale era allora coordinato da Paolino Papali con Andrea Taroni direttore editoriale (ne facevano già parte in particolare Carmen Vasini e Angela Oleandri). Lo staff della SIF è del resto ben noto ai fisici italiani per le sue elevate capacità e resta un pregio invidiabile della SIF a livello nazionale. E credo che ricordare Gerda acquisti un significato particolare anche per aprire uno scorcio su un periodo importante di storia interna della SIF.

È pertanto in questo contesto che val la pena di ricordare come soprattutto nella conduzione di tutti gli assetti organizzativi e societari della Scuola di Varenna Gerda dette il meglio di sé, considerata anche la sua indubbia esperienza nei rapporti con le comunità scientifiche e le notevoli doti personali dal punto di vista culturale (parlava correntemente l’inglese, il tedesco e l’italiano e, in buona misura, il francese). Durante i 26 corsi (dal 61mo all’87mo succedutisi dal 1974 al 1982) che videro il supporto segretariale da lei diretto, si costruì e si sviluppò non solo un’efficiente strumento operativo indispensabile all’assistenza tecnicoorganizzativa delle lezioni e dei seminari ma anche un’atmosfera operosa e conviviale di grande pregio e particolarmente apprezzata che si è mantenuta e ulteriormente arricchita nel corso degli anni successivi. Ne sono state ulteriormente protagoniste prima Enrica Mazzi, assunta in via temporanea già nel 1976 da Gerda proprio per l’organizzazione segretariale a Varenna, e sua valida collaboratrice fino a subentrarle come segretaria generale nel 1982 quando Gerda lasciò la SIF, e poi Barbara Alzani dal 1999. Dell’apprezzamento di docenti e studenti di questa particolare caratteristica della Scuola di Varenna fanno testo le parole espresse in chiusura delle prefazioni o introduzioni dei Direttori agli Atti dei vari Corsi e che si possono riassumere ad esempio con un’espressione tipica già del 1974: ”The assistance of the Secretarial Staff headed by G. Wolzak played a central role in making the stay at Varenna a most enjoyble experience”. Le serate dei doposcuola ad esempio che Gerda aveva battezzato “la scuola di notte”. È certamente questa una simpatica eredità che Gerda ci ha lasciato.

Di quell’atmosfera resta anche un ricordo legato a tempi ormai trascorsi e, in un certo senso, superati ma non dimenticati che vorrei qui condividere con alcune brevi note scambiate con Enrica nel preparare questo testo a proposito di “cose dismesse”: “… le famose letterine dentate con cui ogni sera preparavamo il tabellone con il programma del giorno dopo, altro che PC!; il caffè servito in loggetta; il telefono a gettoni in Segreteria da cui chiamavamo tutti, altro che cellulare!; il picnic la sera dopo cena al Castello di Vezio di cui avevamo la chiave per accedere allo spiazzo” (tipico esempio della “scuola di notte”) e, aggiungerei io, le nuotate nel lago e le gite in battello fino a Gravedona. E ancora l’uso frenetico del ciclostile, per la distribuzione delle dispense delle lezioni preparate giorno per giorno dai docenti e a cui erano addetti giovani disponibili (Marco, mio figlio ne ha qualche ricordo) fino all’avvento della nuova “tecnologia” delle fotocopiatrici.

Come detto, nel 1982 Gerda lasciò la SIF e l’Italia e tornò ad Amsterdam dove iniziò un’attività editoriale nell’ambito della Elsevier, intervallata anche da attività di appoggio al Centro di Fisica Nucleare di Garching (Monaco di Baviera) con il gruppo di H. Morinaga in collaborazione con Napoli, Firenze e Legnaro. Nell’ambito stesso della Elsevier riuscì a portare lo spirito amichevole e conviviale “all’italiana”, organizzando “spaghetti-teams” e relative tavolate di cui per esempio si trova traccia (e foto) nella Newsbrief 46 del 2009 in occasione del 15mo anniversario della Compagnia. La sua versatilità la portò anche ad occuparsi di consulenza turistica con interessanti indicazioni per la visita di città, musei d’arte e luoghi storici. Con il passare degli anni comunque non perse contatto con l’Italia e con i vecchi amici. Veniva ogni anno a Massa a trovare le sorelle di Guido e a visitare la sua tomba. Trascorreva anche qualche vacanza ad Abano e ci vedevamo con la mia famiglia. Da qualche tempo tuttavia non ne era più in grado perché colpita da una malattia rara e molto dolorosa anche se sopportata con grande dignità. Dal fratello Eric e dai nipoti mi è giunta la notizia della sua morte avvenuta il 18 aprile scorso. Nel frontespizio della partecipazione inviatami è riportata questa sua affermazione: “There is always a solution even if it is not optimal”.


Renato Angelo Ricci
Presidente Onorario SIF