In ricordo di Giuseppe Viesti (1952-2015)

È mancato, il 30 gennaio scorso, alla sua famiglia, ai suoi colleghi, ai suoi amici e ai suoi allievi, Giuseppe Viesti, Professore ordinario di Fisica Sperimentale all’Università di Padova. è mancato anche a chi, come chi scrive, l’ha avuto come giovane collaboratore nei gruppi di ricerca impegnati presso i Laboratori Nazionali di Legnaro, nel primo periodo (anni '80) di sperimentazione con fasci di ioni pesanti prodotti dall’Acceleratore Tandem appena installato, i primi in Italia. Era arrivato nel 1978 a Padova con una borsa di studio dell’INFN dopo un soggiorno, come borsista EURATOM, a Geel (Belgio) presso l’Ufficio di Misure Nucleari (1977-78); si era subito inserito nel Gruppo Tandem, da me diretto, partecipando anche alla fase d’installazione della macchina oltre che alla preparazione della strumentazione per le ricerche di fisica dei nuclei specificamente programmate.
Si era laureato nel 1975 a Bari, dove era nato nel 1952. A Bari rimarrà legato anche dopo, tornandovi temporaneamente dal 1988 al 1991 come Professore Associato, dopo essere stato assunto come ricercatore al Dipartimeno di Fisica di Padova nel 1981 al termine della sua borsa presso i Laboratori di Legnaro. Nel suo primo periodo padovano fece parte del gruppo (oltre a Viesti, P. Boccaccio, F. Gramegna, L. Vannucci e poi D. Fabris e G. Nebbia) impegnato a Legnaro nello studio della dinamica delle reazioni nucleari indotte da ioni pesanti di media e bassa energia, con particolare riguardo ai processi dissipativi (meccanismi di fusionefissione e di diffusione inelastica), una novità in Italia. In tale ambito assunse incarichi di coordinamento e di guida oltre che per la parte strumentale, in cui era particolarmete versato, riguardante la progettazione e l’utilizzazione di rivelatori dei prododtti di reazione, anche nella programmazione degli esperimenti e nell’analisi dei risultati che furono di un certo rilievo a livello internazionale. Questa messe proficua lanciò Beppe (così era da tutti chiamato affettuosamente) e gli altri verso importanti successi e responsabilità.
Più recentemente la sua attività di ricerca si era arricchita con la partecipazione alla Collaborazione ALICE all’LHC del CERN, nella quale aveva assunto la responsabilità del Silicon Pixel Detector. La sua competenza e capacità progettuale nel campo di rivelatori nucleari lo aveva portato anche ad occuparsi di una applicazione importante quale il Progetto EXPLODET per la rilevazioni di mine mediante tecniche nucleari. Di questo egli aveva anche scritto un eccellente articolo su “Il Nuovo Saggiatore” della Società Italiana di Fisica.
In particolare Viesti, che era tornato a Padova nel novembre 1991, divenendo nel 2006 per concorso Professore straordinario e poi ordinario nel 2009, è stato Coordinatore del Gruppo di Fisica dei Nuclei della Sezione INFN (1994-2000) di Padova, Coordinatore del Complesso di Acceleratori Tandem-ALPI dei Laboratori di Legnaro (1991-1994), membro di vari Comitati e Commissioni internazionali, tra cui il Nuclear Physics Board della Società Europea di Fisica e referee di varie riviste e dell’European Research Council.
Al Dipartimento di Fisica di Padova ha certamente dato notevoli contributi sia in campo organizzativo che didattico, come membro della Giunta di Dipartimento e del Collegio Docenti del Dottorato di Fisica, nonché Presidente della Commissione didattica e del Consiglio del Corso di studi in Fisica. è stato anche Vicepreside della della Facoltà di Scienze, Presidente della Scuola di Scienze e membro della Commissione per l’abilitazione nazionale per il ruolo di docente del settore di Fisica Sperimentale delle interazioni fondamentali.
In tutta questa attività ha sempre dimostrato, oltre al noto rigore scientifico “grande entusiasmo, onestà intellettuale, dedizione ai suoi compiti accademici e particolare attenzione nell’educazione dei suoi studenti e giovani collaboratori” per usare le parole del collega prof. J. Natowitz della Texas University, che ha lavorato con lui per 30 anni.
I suoi studenti appunto: hanno essi pure voluto ricordarlo durante la cerimonia dell’alzabara al Palazzo del Bo dell’Università di Padova il giorno dei suoi funerali, come un docente "che ha aiutato molti studenti a tirare fuori il meglio di sé stessi". Personalmente, a me piace ricordarlo quando era lui giovane ricercatore e mio collaboratore a Legnaro, schietto, un po’ brusco forse ma consapevole, affidabile e destinato ai successi futuri. La sua scomparsa trova addolorati e sconcertati i suoi amici e colleghi dei Laboratori di Legnaro, del Dipartimento di fisica di Padova e di quelli di Bologna, Milano e altri che hanno collaborato con lui e, infine, l’intera collaborazione ALICE del CERN che ha manifestato unita il suo cordoglio.
R. A. Ricci
Presidente Onorario SIF