Raffaele Tripiccione (1956-2021)

Il 9 di novembre 2021 una terribile disgrazia ha portato via Raffaele Tripiccione, Lele per tutti gli amici e colleghi, professore di prima fascia in Fisica Teorica all’Università di Ferrara dal 2000.
Dopo la laurea all’Università di Pisa nel 1980 e il perfezionamento presso la Scuola Normale Superiore, ha trascorso un periodo di ricerca al laboratorio Fermilab negli Stati Uniti. È stato ricercatore e quindi dirigente di ricerca presso l’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare a Pisa, prima di vincere il concorso per professore di prima fascia nel 2000.
Ha formato generazioni di studenti e studiosi, dedicandosi con passione all’insegnamento e avviando alla ricerca scientifica numerosi allievi.
È stato Presidente dei corsi di studio in Fisica e in Informatica dell’Ateneo ferrarese, ha coordinato due programmi European Joint Doctorate e ha diretto la Sezione INFN di Ferrara, operando sempre con grande dedizione e spirito di servizio.
Scienziato assai stimato a livello internazionale, i suoi interessi di ricerca erano legati principalmente allo studio teorico e computazionale dei sistemi complessi, spaziando negli anni dalle teorie di campo su reticolo, alla dinamica dei fluidi in regime turbolento e relativistico e ai sistemi di spin. Sapeva coniugare magistralmente fisica, elettronica ed informatica, svolgendo attività di ricerca spesso a carattere interdisciplinare. Pioniere nello sviluppo e utilizzo di sistemi e metodi computazionali avanzati per lo studio di fenomeni fisici complessi, ha coordinato importanti progetti quali APE e JANUS.
Recentemente si occupava di sistemi di calcolo quantistici, argomenti su cui ha formulato e gestito diversi progetti di ricerca e ha svolto un ruolo di supervisione per tutte le attività dell’INFN.
Curioso di ogni aspetto di scienza e tecnologia, era anche appassionato di arte, storia e letteratura. Dotato di una personalità affabile e serena, sempre equilibrato in ogni giudizio, disponibile ad ascoltare gli altri e pronto ad aiutarli anche nei problemi quotidiani, un gentiluomo capace di smussare ogni problema con una punta di intelligente ironia, era amato dagli studenti e stimato dai colleghi.
Gianni Fiorentini e Fabio Sebastiano Schifano
Università di Ferrara
L’improvvisa scomparsa di Raffaele “Lele” Tripiccione ha lasciato un enorme vuoto non solo nella comunità accademica ferrarese, ma anche in tutta la comunità nazionale dei fisici di area INFN. Lele ed io ci conoscevamo da fine anni ‘70, entrambi studenti di Fisica a Pisa, lui un anno davanti a me, poi perfezionandi presso la Scuola Normale Superiore di Pisa.
Le nostre strade si erano però presto separate, Lele dopo un periodo a Fermilab era rimasto a Pisa come ricercatore INFN mentre io mi ero trasferito a Ferrara come ricercatore universitario. In quegli anni Lele partecipò, apportando un grande contributo da giovane entusiasta e capace qual era, ai lavori pionieristici sullo sviluppo di sistemi di calcolo altamente paralleli per studi di fisica teorica. Il gruppo di cui Lele faceva parte, fortemente voluto e guidato da Nicola Cabibbo, si occupò dei primi studi di QCD su reticolo e più in generale dello studio e modellizzazione di sistemi fisici complessi. Per questi studi era necessaria una potenza di calcolo molto superiore a quelle usualmente disponibili all’epoca, quindi bisognava sviluppare anche nuove tecnologie per nuovi processori. Nacque il progetto APE (Array Processor with Emulator) a cui Lele dedicò molti anni di appassionata ricerca. Durante gli anni trascorsi a Pisa coordinò il progetto e lo sviluppo dei sistemi di calcolo APE100, APE1000 e succcessivamente di apeNEXT, sia dal punto di vista hardware che software, e dette importanti contributi allo sviluppo di metodi computazionali per simulazioni mediante metodi Lattice QCD e Lattice Boltzmann. Più recentemente ha poi coordinato lo sviluppo dei sistemi di calcolo Janus per la simulazione di sistemi di Spin Glass. Questi studi altamente interdisciplinari, al confine tra fisica teorica, informatica ed elettronica, sono sempre stati la passione scientifica di Lele. Lo studio teorico e computazionale dei sistemi complessi a cui si è dedicato Lele non si è limitato alle teorie di campo sul reticolo, ma ha spaziato anche su altre tematiche, come per esempio la dinamica dei fluidi in regime turbolento e relativistico e i sistemi di spin. Di recente era diventato un punto di riferimento nazionale per lo sviluppo di sistemi di calcolo quantistici, e in questo contesto svolgeva un ruolo di coordinamento e di supervisione di tutte le attività dell’INFN a livello nazionale.
Nel 2000 Lele, dirigente di ricerca dell’INFN a Pisa, decise che era il momento di nuove sfide scientifiche e accademiche ed arrivò come professore ordinario di Fisica Teorica all’Università di Ferrara: il destino aveva deciso che ci saremmo ritrovati. Avevamo interessi scientifici differenti, ma abbiamo egualmente lavorato molto insieme, soprattutto in anni recenti, condividendo scelte e responsabilità riguardanti la Fisica a Ferrara, lui come direttore della Sezione dell’INFN e io come direttore del Dipartimento universitario. Questi nostri incontri di lavoro terminavano molto spesso con considerazioni di più ampio respiro, dallo stato della ricerca in Italia alla situazione generale del nostro Paese. A volte parlavamo delle passioni e delle sfide che i nostri figli, alle prese con gli studi in vista di un futuro professionale, dovevano affrontare. Il tempo passato con Lele era sempre piacevole e non era mai tempo perso. Ricorderò Lele per sempre non solo per le sue doti professionali, ma anche per la sua umanità, la capacità di affrontare qualunque problema con serenità e lucidità, dando il giusto peso alle cose senza lasciarsi travolgere. Con il suo sorriso e la sua ironia era capace di trasformare quello che poteva sembrare un problema insormontabile in una delle innumerevoli questioni che la vita ci pone davanti quotidianamente e alle quali è sempre possibile trovare una soluzione soddisfacente. Era amato dagli studenti e aveva la stima di tutti coloro che hanno avuto il privilegio di conoscerlo. Era un punto di riferimento per la Sezione e il Dipartimento e ci mancherà molto.
Roberto Calabrese
Università di Ferrara