Raffaella Simili (1945-2022)

Con molta tristezza parlo di Raffaella in questa circostanza, e per prima cosa vorrei esprimere la mia partecipazione al dolore dei familiari, e in particolare di Walter, Maria Carla e Maria Letizia.
Ho incontrato Raffaella nel 1989: l’occasione è stata la collaborazione con l’Accademia dei Lincei per la sistemazione dell’archivio di Vito Volterra, in occasione del cinquantenario della morte. Ci presentò Tullio Gregory, che con Gaetano Fichera e Giorgio Salvini supervisionava il mio lavoro. Da quella prima occasione è iniziata una collaborazione che non si è mai interrotta, ed è nata presto un’amicizia profonda, durata più di trent’anni.
In quel momento non me ne rendevo conto, ma quella collaborazione su Volterra, che affiancava ricerche già avviate con gli storici della fisica e della matematica, sarebbe stata l’occasione per sviluppare un approccio storiografico in grado di superare l’ingiustificata separazione allora vigente fra la storia delle idee e delle discipline, e la storia delle istituzioni di ricerca e della politica della ricerca, che allora in verità era ancora in uno stadio embrionale.
L’elaborazione di questo approccio innovativo costituisce il tratto distintivo del pensiero di Raffaella, e non è avvenuta senza dibattiti e senza difficoltà culturali e accademiche. Questi hanno comunque portato in pochi anni allo sviluppo di una comunità di studiosi di varia provenienza e formazione che in quell’approccio si riconosceva. Questo risultato è stato sostenuto da Raffaella non solo con le sue ricerche ma anche con la sua rilevante attività istituzionale, internazionale e nazionale, di cui vorrei ricordare l’importanza e l’ampiezza. Raffaella è stata socia dell’Académie Internatonale d’Histoire des Sciences di Parigi, dell’International Union of History and Philosophy of Sciences, e ha avuto un’ininterrotta collaborazione con l’Università di Cambridge, alla quale era molto legata. In Italia è stata socia dell’Accademia delle Scienze dell’Istituto di Bologna, ha fatto parte di molti organi di indirizzo del Consiglio Nazionale delle Ricerche, e ha collaborato con l’Accademia dei Lincei, l’Accademia dei XL, la Società Italiana di Fisica e il Centro Fermi. Vado a memoria e sono sicuro di aver dimenticato altre istituzioni, anche importanti. Ovviamente svolgeva una notevole attività universitaria, e ha promosso a Bologna la formazione di un gruppo di ricerca in storia della scienza attivo e innovativo.
Non le sfuggiva, accanto alla ricerca storica, la necessità di far conoscere al grande pubblico il ruolo storico e sociale che la scienza ha avuto nello sviluppo dell’Italia dall’unità in poi, e a questo ha dedicato anche molta parte dell’attività in questi ultimi anni, raggiungendo un ampio pubblico. In questo senso ha promosso e sottolineato lo studio sul ruolo delle donne nella scienza, un tema che sicuramente verrà meglio ripreso da altri nel ricordarla.
Ci mancheranno la sua vivacità intellettuale vulcanica, la sua incredibile capacità di lavoro anche in condizioni difficili, la sua capacità realizzativa. Ma questo ci chiama alla sfida di continuare come potremo il suo lavoro. Lei stessa, se fosse con noi, ci direbbe di andare avanti senza troppi indugi. Ma quello che soprattutto ci mancherà, e che non potremo sostituire, sarà la sua presenza, il suo affetto, la sua leggerezza nel partecipare alla nostra vita. Grazie Raffaella!
Giovanni Paoloni
Sapienza Università di Roma
Ho conosciuto Raffaella quando io ero una laureanda e lei una professoressa affermata, esperta di filosofia della scienza anglosassone, impegnata a imprimere un sensibile cambio di rotta nell’ambito della ricerca storico-scientifica italiana, sottolineando l’importanza di un approccio in cui le idee più strettamente scientifiche fossero inserite nel contesto filosofico, politico, economico e sociale.
Al centro della copiosa produzione intellettuale di Raffaella c’è infatti sempre stata una singolare mobilità determinata dalla mescolanza di teorie e personaggi, di scienza e istituzioni, di idee e di passioni, con l’obiettivo di analizzare i collegamenti tra l’opera dei singoli scienziati e la ricerca organizzata, tra la comunità scientifica e la società.
Alcune tappe sono state particolarmente significative. Le celebrazioni e gli anniversari di Federigo Enriques, Guglielmo Marconi, Quintino Sella, Vito Volterra sono state abilmente sfruttate da Raffaella per intraprendere indagini inedite centrate sul ruolo svolto dalla cultura scientifica nella costruzione dell’Italia unita, anche in un’ottica transnazionale.
Da qui è nato un sodalizio intellettuale intorno al quale si sono radunati studiosi ed esperti provenienti da molteplici campi disciplinari, convinti di poter offrire attraverso la ricostruzione della politica della ricerca nell’Italia post-unitaria un punto di vista innovativo allo studio della storia civile del nostro paese.
In questo contesto si collocano pure i pionieristici lavori di Raffaella su una tematica allora poco frequentata nella cultura nazionale: il ruolo delle donne nella scienza. Grazie a Raffaella è nato il primo dizionario biografico on-line delle scienziate italiane dal Settecento al Novecento, cui sono seguite pubblicazioni su figure emblematiche come Laura Bassi o sulle drammatiche vicende, assai poco note, di scienziate italiane ebree espulse dalle università e dalle accademie per effetto delle leggi razziali.
Solo una riflessione a lungo termine e ben ponderata potrà mettere in luce tutta la fecondità e la ricchezza di idee degli studi di Raffaella.
Lei lascia un un ricordo indelebile in tutti coloro che hanno avuto la fortuna e l’onore di incontrarla, e una preziosa eredità.
Sandra Linguerri
Università di Bologna
In questo caldo mese di agosto, a pochi giorni di distanza, il 10 e il 13, sono scomparse due persone che hanno dedicato la loro vita alla scienza: Raffaella Simili e Piero Angela. Li ricordo insieme perché è stato grazie a Raffaella che ho potuto conoscere personalmente Piero Angela.
Raffaella Simili, professoressa emerita dell’Alma Mater Studiorum, una delle voci più significative della storia della scienza italiana, è stata una delle prime donne professoressa in Italia ad avere un profilo davvero internazionale. Raffaella è stata la mia mentore, la mia maestra.
Da lei ho imparato la disciplina del lavoro, mi ha trasmesso la tenacia che la contraddistingueva, mi ha spinto a fare sempre meglio, a non accontentarmi mai, ad essere attenta e critica. Maestra generosa del suo sapere: così è stata descritta Raffaella. E generosa lo era davvero. Aveva un’intelligenza acuta e una mente raffinata, accompagnate da una cultura poliedrica e vastissima.
Ma Raffaella era anche un’organizzatrice instancabile e una vulcanica divulgatrice delle scienze.
Qualche hanno fa, era il 2018, Raffaella invitò a Bologna Piero Angela a tenere una lectio presso l’Accademia delle Scienze di Bologna: fu, ovviamente, un successo straordinario. Angela parlò di “Come la tecnologia ha cambiato la storia”, incantando un pubblico numerosissimo di docenti, accademici, studiosi, ma soprattutto studenti, che avevano riempito non solo le magnifiche aule dell’Accademia, ma tutta piazza Scaravilli, proprio di fronte a dove si teneva la sua lezione.
L’interesse e la passione per la scienza accomunava entrambi, ed entrambi li hanno perseguiti, pur seguendo modi e strade diversi, per tutta la vita.
Buon viaggio a tutti e due. Nostro compito, di studiosi e di insegnati, di divulgatori e di curiosi, sarà di proseguire sulla strada che avete segnato.
Grazie per la preziosa eredità che ci avete lasciato.
Miriam Focaccia
Museo Storico della Fisica e Centro Studi e Ricerche “Enrico Fermi”