Sebastiano Sciuti (1917-2016)

S. Sciuti

L’8 marzo 2016 si è spento serenamente, nella propria casa a Roma, Sebastiano Sciuti, Professore Emerito di Fisica Nucleare presso l’Università di Roma La Sapienza. Egli è stato un grande scienziato, pieno di curiosità e di idee innovative, dedito soprattutto alle applicazioni della fisica; è stato uno dei promotori della Fisica Nucleare applicata in Italia e, per primo in Italia, ha sviluppato tecniche diagnostiche portatili per i beni culturali.

Nato a Napoli il 5 giugno 1917, si è laureato in Fisica presso l’Università di Napoli nel dicembre 1938, anno in cui seguì il corso di fisica teorica di Ettore Majorana. Ben noto il fatto che di lui abbia parlato Ettore Majorana nella sua ultima lettera prima di scomparire.

Prima di essere richiamato militare, ha svolto una breve attività presso l’Università di Napoli. Dopo la guerra entra a far parte dell’Istituto di Fisica di Roma, diretto da Edoardo Amaldi, di cui diverrà grande amico. Insieme ad altri illustri studiosi ha contribuito ad aprire la stagione della rinascita della Fisica Sperimentale nel nostro Paese, spesso utilizzando mezzi di fortuna o di reimpiego, presi al mercato dei mezzi militari svenduti dagli americani nel primo dopoguerra.

A partire dal 1946, insieme a G. Bernardini, I. F. Quercia e B. Rispoli, studia la fisica dei mesoni al livello del mare (Università di Roma), sottoterra (Laboratori presso Montorio al Vomano, vicino a Teramo, nella galleria di una centrale idroelettrica) e ad alta quota, per selezionare le varie componenti in funzione dell’altezza, ottenendo significativi risultati scientifici. Gli studi ad alta quota sono stati svolti, prima, utilizzando un aereo acquisito come residuato bellico, poi presso il laboratorio della Testa Grigia, collocato sul Plateau Rosa, sopra Cervinia, a 3500 metri di quota.

Dal 1956, per conto di Amaldi, segue le vicende del Comitato Nazionale per le Ricerche Nucleari (CNRN) guidato da Francesco Giordani e contribuisce significativamente alla nascita della Fisica Nucleare applicata in Italia.

Come è noto, il CNRN si è, successivamente, trasformato in CNEN prima ed ENEA poi.

Presso il Centro Ricerche della Casaccia viene nominato Direttore del Laboratorio di Fisica Nucleare applicata, e, con un gruppo di giovani scienziati, tra cui Antonio Paoletti, Daniele Prosperi, Marino Giannini e Filippo Menzinger, nel 1960 mette in esercizio il primo reattore nucleare completamente dedicato alla ricerca, il Triga RC1, acquistato dalla General Atomic (California), con la potenza di 200 kW termici, curandone inizialmente la messa in opera e, nel 1967, l’upgrading a 1 MW. Con questo reattore sono state svolte da Sciuti, Prosperi, Giannini e da altri studiosi numerose ricerche di fisica nucleare mentre Paoletti, Menzinger, F. P. Ricci ed altri si dedicavano principalmente a studi di struttura della materia mediante spettroscopia neutronica. Va sottolineato che il reattore Triga RC1 è tuttora funzionante per la preparazione di radioisotopi a vita breve per la medicina.

Nel 1964 va in Cattedra a Catania dove rimane per un triennio e dal 1967 si trasferisce a Roma per creare il corso di Ingegneria Nucleare presso la Facoltà di Ingegneria.

Alla fine degli anni sessanta parte la sua attività nel settore dell’Archeometria, in parte stimolata dal fatto che egli è nipote di un famoso pittore siciliano dell’ottocento, Giuseppe Sciuti. Realizza il Laboratorio di Analisi non Distruttive ed Archeometria LANDA presso il Dipartimento di Energetica dell’Università di Roma La Sapienza. Con notevole intuito è stato uno dei pionieri e precursori a livello mondiale nello sviluppo di tecniche di indagine non distruttive realizzate con la creazione di stazioni mobili multimodali per svolgere indagini in situ sui Beni Culturali. Insieme con i suoi collaboratori (R. Cesareo, F. V. Frazzoli, C. Mancini, L. Storelli, G. E. Gigante) inizia una proficua collaborazione con i Dirigenti dell’Istituto Centrale del Restauro (P. Rotondi , Direttore , Giovanni Urbani, Vicedirettore, Maurizio Marabelli, Direttore dei Laboratori ICR). Nel 1972 firma il primo lavoro di un italiano sulla rivista “Archaeometry” e organizza per conto dell’Accademia dei Lincei la Conferenza Internazionale “Applications of Nuclear Methods in the field of Works of Art” i cui atti, curati da Roberto Cesareo, hanno avuto una notevole risonanza a livello internazionale, contribuendo fortemente allo sviluppo dell’Archeometria nel nostro Paese (1973). Oltre alle molteplici attività relative alla diagnostica dei Beni Culturali, su cui torneremo più sotto, Sciuti si è dedicato con notevole impegno alla diffusione delle metodologie scientifiche per i Beni Culturali, e molta della sua ultima produzione ha avuto questa impronta.

Nel 1989 cura, per conto dell’Accademia dei Lincei, un censimento delle attività scientifiche in Italia per lo studio e la conservazione delle Opere d’Arte. Tale indagine conoscitiva verrà successivamente aggiornata nel 1994. Nel 1992 per questa sua attività riceve presso l’Accademia dei Lincei il prestigioso Premio del Ministero per i Beni Culturali e Ambientali per la Fisica. Nel 1998 gli è stato conferito dal Presidente della Repubblica il Diploma di medaglia d’oro ai benemeriti della Scuola, della Cultura e dell’Arte.

Alla fine degli anni ’90 è tra i soci fondatori dell’AIAR, l’Associazione Italiana di Archeometria.

Nel 1994 viene nominato Professore Emerito di Fisica Nucleare dell’Università di Roma La Sapienza. Prosegue la sua attività per lo studio dei Beni Culturali e per la diffusione delle metodologie d’indagine continuando a dirigere il Laboratorio LANDA, al quale si uniscono nuove leve, alcune delle quali in forma amatoriale, tra cui C. Nicolais, G. Fronterotta, M. Vendittelli, A. C. Felici, M. Piacentini.

Nel 2001 promuove il convegno internazionale presso l’Accademia dei Lincei “Archaeometry in Europe in the Third Millennium” i cui atti sono stati pubblicati dall’Accademia dei Lincei stessa, cui hanno partecipato numerosi illustri scienziati provenienti dai più prestigiosi Istituti Europei di ricerca nell’ambito dell’Archeometria.

La sua attività nel settore della ricerca archeometrica si è articolata su diversi fronti che cercheremo di sintetizzare in alcuni punti essenziali:

• Sviluppo di tecniche di indagine non distruttive da eseguire in situ;
• Creazione di stazioni mobili multimodali per indagini in situ sui Beni Culturali (tra le prime proposte e sviluppate al mondo);
• Indagini archeometriche su dipinti, metalli e ceramiche;
• Campagna di studi su dipinti del Rinascimento (Caravaggio, Raffaello e Michelangelo,…) condotta in collaborazione con Corrado Maltese e Giovanni E. Gigante tra il 1983 e il 1994;
• Collaborazione con i Laboratori Scientifici del Vaticano, diretti da Nazareno Gabrielli, tra il 1989 e la metà degli anni novanta. In questo ambito vi fu il grande lavoro diagnostico sull’affresco il Giudizio Universale di Michelangelo;
• Promozione, insieme con i colleghi Corrado Maltese e Franco Salvetti ed il contributo di diversi collaboratori, della Associazione Arte e Scienza che tra il 1982 e l’inizio degli anni novanta ha promosso numerose iniziative. Particolare interesse ha avuto la partecipazione alla XLII Biennale di Venezia, appunto intitolata Arte e Scienza, e la pubblicazione del volume La Fabbrica del Colore curata da S. Rinaldi;
• Collaborazione con la soprintendenza archeologica di Roma, dalla metà degli anni novanta, per lo studio degli affreschi Romani e di preziosi oggetti rinvenuti negli scavi eseguiti nell’area romana, come lo specchio d’argento di Vallerano, in collaborazione con Giovanna Bandini.
• Ha eseguito le analisi della lega della Lupa Capitolina durante i lavori di restauro svolti nel 1999 sotto la direzione scientifica di Claudio Parisi Presicce e la direzione tecnica di Anna Maria Carruba.

Sebastiano Sciuti era socio storico della SIF, la sua iscrizione avvenne nel 1948, tessera no.

203, e da allora rinnovò sempre regolarmente ogni anno. È stato membro attivo sia per la sua presenza ai Congressi Nazionali della SIF, ai quali partecipava sempre con piacere, che per i suoi contributi editoriali, anche sulle pagine di questa rivista. Nel 2001 fu nominato Socio Benemerito della Società Italiana di Fisica. (Il personale della SIF e della redazione lo ricorda con affetto [N.d.C.]).

Sciuti è rimasto sempre attivo anche in tutti i primi anni del 2000, inizialmente dirigendo e, successivamente, stimolando le attività del Laboratorio LANDA, partecipando alle campagne di misure che venivano proposte. Era sempre aggiornato su tutti gli sviluppi della tecnica ed era sempre curioso di testare nuove metodologie d’indagine. Va ricordato come una persona molto attiva, un grande organizzatore, un ottimo docente, pieno di idee stimolanti ed innovative, pieno di curiosità per tutto, da grande scienziato qual era.

Ma soprattutto va ricordato per la sua affabilità, la sua umanità, la sua meravigliosa capacità di relazionarsi col prossimo, e l’affetto con cui ci ha accolto e ci ha guidati nel suo laboratorio e nelle sue ricerche.


Giovanni Ettore Gigante, Mario Piacentini
Università La Sapienza, Roma