In ricordo di Franco Romano (1942-2013)

Franco Romano

Dopo breve malattia Francesco Romano si è spento il 16 maggio, a Bari, dopo una vita dedicata con la competenza di un esperto e la passione di un giovane ricercatore alla scienza e all’insegnamento.

Consegue la laurea nel 1966 e inizia la sua attività di ricerca finalizzata allo studio del decadimento semileptonico dei K+ in camera a bolle a liquidi pesanti. Contribuisce poi a porre le basi per la formazione del Gruppo di Bari di Fisica del neutrino che, sotto la guida di Sergio Natali, avrebbe poi svolto per più di un decennio ricerca nel campo della fisica delle interazioni deboli con camere a bolle giganti, diventando una fucina di giovani e brillanti ricercatori.

Come “Fellow”, dal ’74 al ’76, prende parte presso i laboratori del CERN a esperimenti di Fisica del neutrino con la camera a bolle Gargamelle, esposta al fascio di νμ del PS, con la quale era stata evidenziata, poco prima, l’esistenza delle correnti neutre.

Rientra nel Gruppo del neutrino di Bari per iniziare l’attività sperimentale condotta con Gargamelle e BEBC, esposte al fascio νμ dell’SPS del CERN. Di particolare rilievo è un esperimento realizzato con fasci di neutrini e antineutrini muonici incidenti sulla camera a bolle BEBC equipaggiata con TST (Track Sensitive Target) a idrogeno. In questo periodo si occupa principalmente dello studio della produzione di flavour pesanti in interazioni di neutrino. Tra i principali risultati ottenuti la scoperta della Σc+ (barione sigma, costituito da 3 quark, uno dei quali di tipo “charm”).

Diviene Professore Ordinario di Fisica Generale nel 1986, presso la Facoltà di Ingegneria dell’Università di Bari e poi del Politecnico.

Convinto che l’attività di punta nella fisica subnucleare degli anni ’80 e ’90 avrebbe riguardato lo studio delle collisioni materiaantimateria orienta il suo interesse verso la sperimentazione con la macchina LEP, partecipando a uno dei gruppi di lavoro formati dall’ECFA per stabilire i parametri ottimali della nuova macchina acceleratrice di elettroni e positroni. Entra poi con il gruppo INFN di Bari nell’esperimento ALEPH, contribuendo allo sviluppo del software del calorimetro adronico. I risultati di ALEPH e degli altri esperimenti del LEP stabiliscono definitivamente che le famiglie di neutrini sono 3 e la mole e l’accuratezza dei dati raccolti permette misure di grandissima precisione dei parametri del Modello Standard.

Negli anni ’90 e ’00 fa parte del gruppo CMS di Bari, contribuendo soprattutto alla progettazione e costruzione dei rivelatori RPC (Resistive Plate Chamber), fondamentali per la realizzazione del trigger di primo livello per la rivelazione dei muoni. Dopo circa venti anni dall’inizio del progetto, nel 2012, finalmente CMS e ATLAS annunciano al mondo la scoperta del Bosone di Higgs.

Nel corso della sua carriera accademica ha ricoperto numerosissimi incarichi di grande rilievo.

È stato, infatti, per molti anni consigliere di amministrazione del Politecnico di Bari, direttore del Dipartimento Interateneo di Fisica, coordinatore della Scuola di Dottorato in fisica ininterrottamente dal 1983 al 1998, presidente del Collegio Nazionale dei Coordinatori di Dottorato di Ricerca in Fisica, membro di numerose commissioni scientifiche e commissioni di concorso.

È stato, inoltre, promotore del Distretto dell’Informazione Scientifica e Tecnologica, coordinatore nazionale del “Progetto Nowcasting”, responsabile locale del progetto EEE e ideatore di altre iniziative di divulgazione e comunicazione.

Come docente è stato relatore di diverse tesi di laurea, tutore di tesi di dottorato e co-autore di alcune centinaia di pubblicazioni sulle più importanti riviste internazionali di fisica. è stato, infine, fondatore e direttore del Seminario di Fisica Nucleare e Subnucleare di Otranto, giunto ormai alla XXV edizione, che svolge un ruolo di grande importanza e attualità poiché affronta sia tematiche scientifiche di base sia argomenti di interesse applicativo, socioeconomico e industriale. Oltre ai dottorandi il Seminario è aperto alla partecipazione di borsisti e giovani ricercatori che operano nell’Università e negli Enti di Ricerca.

Con Franco abbiamo perduto non solo un fine uomo di scienza, che ha dato un grandissimo contributo alla formazione e alla crescita culturale di tanti giovani ricercatori che con lui hanno lavorato, ma anche e soprattutto un grande amico.

Le manifestazioni di cordoglio e di commozione che da tante parti sono giunte al Dipartimento testimoniano l’affetto e la stima di coloro che l’hanno conosciuto e hanno potuto apprezzarne le doti.

Con particolare rimpianto ricordo la sua ampia e raffinata cultura che consentiva a noi, allora giovani ricercatori, di discutere con lui di tutto, di cose serie e di cose frivole indifferentemente, come avveniva nelle tante notti insonni passate al Cern, durante i turni di presa dati degli esperimenti, quando con reciproca vis polemica si discuteva liberamente di musica e di cinema, di fisica e di sport…

Ciao Franco.


Salvatore Nuzzo
Dipartimento Interateneo di Fisica, Bari