Fabrizio Murtas (1962-2022)

Fabrizio Murtas

Ricordo ancora in maniera nitida, in un pomeriggio d’estate di quarant’anni fa, la visita di quel ragazzo, che allora ventenne, dalla caratteristica carnagione olivastra dei sardi, accompagnato dal padre Gian Paolo era venuto a curiosare nella Hall n. 155 del CERN, come si costruivano e si collaudavano i tubi a streamer per l’esperimento NUSEX sulla stabilità del protone al Monte Bianco. Era uno studente di Fisica e quell’immersione seppure breve nel “nostro mondo” lo aveva fatto decidere, una volta per tutte, di intraprendere la lunga e difficile strada della carriera del fisico sperimentale.

E così subito dopo la laurea era diventato “la mascotte” del gruppo e partecipava con attenzione e straordinaria passione, passo dopo passo, alle attività di ricerca. Da subito nel gruppo ALEPH di Frascati (con a capo i compianti Pio Picchi e Paolo Laurelli), aveva contribuito in maniera determinante all’installazione al CERN del calorimetro e del sistema a muoni, dimostrando una grande capacità sperimentale nel capire come si facesse a far funzionare un rivelatore e la sua elettronica, quando i medesimi magari erano montati a oltre 10 metri di altezza ... .

Se dovessimo associare la sua personalità a una tipologia di ciclisti, dovremmo dire che non era un “passista”, ma uno “sprinter”, perché era affascinato dalle nuove imprese, dalle tecnologie e dall’impatto delle medesime sulla società, lasciando ad altri l’onere (e talvolta l’onore) di proseguire nella sperimentazione fisica.

Così ben presto da ALEPH, Fabrizio passò a KLOE (l’esperimento alla macchina DAFNE di Frascati, che orgogliosamente si stava costruendo “in casa”) dove si occupò in prima persona della costruzione del calorimetro elettromagnetico a fibre scintillanti, ma anche del sistema di controllo online. Non ricordo bene, ma forse fu in quel periodo che Fabrizio sviluppò la passione per le applicazioni informatiche ai sistemi gestionali. Fu tra i pionieri nell’INFN della messa in opera di applicativi (“DataWeb”) che permettevano di abbandonare la carta, ad es. per gli appuntamenti annuali per il finanziamento delle Commissioni Nazionali, ma anche nella gestione di altri adempimenti burocratici. Nella pagina Web principale troneggiava orgogliosa la scritta “Paperless since 2002”. Calamitati dal suo entusiasmo, Fabrizio creò un gruppo di giovani informatici che oggi costituiscono il nucleo centrale del Sistema Informativo dell’INFN.

Successivamente, nacque la passione per un nuovo modo di rivelare le particelle, le GEM, camere proporzionali senza fili a piatti paralleli, dapprima insieme ad altri colleghi di Frascati, e successivamente sempre in maggiore autonomia, con una girandola di collaborazioni con ENEA, CERN, CNAO, ESS, e altre istituzioni in varie parti del mondo, sempre con un occhio teso alle possibilità applicative infinite di tali rivelatori. Sue le prime esperienze con catodi ricoperti di sostanze sensibili ai neutroni. Poi la brillante idea di fondere due tecnologie: le GEM e l’ASIC Timepix, che applicato direttamente sul rivelatore, lo trasformava in una specie di TPC elettronica, dove si potevano vedere le tracce delle particelle.

Negli ultimi dieci anni aveva localizzato la sua attività al CERN: perché è il più bel Laboratorio al mondo, perché poteva lavorare in un ambiente, quello prossimo alla fisica medica, nel quale era più facile applicare le sue idee e, non ultimo, per stare più vicino alle figlie più piccole.

Grazie alla sua curiosità intellettuale, cominciava anche la passione per i cristalli, forse dovuta anche al fatto che il padre Gian Paolo ne era stato uno dei pionieri a partire dagli anni ’60-’70. Così si sviluppò una lunga collaborazione nell’ambito di UA9, nella quale aveva assunto la responsabilità costruttiva e operativa delle Roman Pot, elementi critici per poter misurare gli effetti dei cristalli sotto fascio.

Caro Fabrizio, te ne sei andato improvvisamente in una caldissima mattina di agosto nella tua bellissima Sardegna: la tua amata sorella Susanna ci ha raccontato che una farfalla si è posata su di te per salutarti in quel momento estremo.

Caro Fabrizio, avevi sempre fretta di fare: non consideravi possibile che il ritardo di un ordine o un impedimento burocratico potessero essere da ostacolo al tuo andamento da schiaccia-sassi!

Purtroppo hai avuto anche fretta nel lasciare a noi questo vuoto incolmabile.

Ti ricorderemo sempre sorridente e ottimista nel futuro e sulle persone!


Pierluigi Campana
INFN – Laboratori di Frascati

PS – Qualche settimana dopo ci ha lasciato anche Gian Paolo Murtas (1932 – 2022), “il vecchio padre”, uno dei fondatori dei Laboratori di Frascati. Troppo forte il dolore della perdita di Fabrizio.