Graziano Fortuna (1949–2019)

Graziano Fortuna

La scomparsa di Graziano Fortuna, inattesa quanto dolorosa, ci ha lasciati attoniti oltre che commossi. Le conseguenze di un incidente avvenuto qualche mese fa e che si erano rivelate abbastanza gravi, non lasciavano tuttavia pensare ad un così rapido peggioramento seguito da una crisi improvvisa rivelatasi poi fatale. Io stesso che avevo potuto seguirne il decorso ospedaliero a Vicenza, grazie alle frequenti comunicazioni con suo cognato Stefano e avevo potuto scambiare qualche parola con lui per telefono (l’ultima volta qualche giorno prima della crisi), ho ricevuto la notizia con stupefatta emozione.

Personalmente per me questa è un’ulteriore ferita causata dalla perdita di un altro dei miei affezionati ex-allievi di recente scomparsi.

Per questo forse il mio ricordo, più che soffermarsi sulle numerose e importanti attività di Graziano in relazione ai suoi incarichi e alle sue funzioni che hanno costituito una serie di meriti acquisiti nei confronti della comunità scientifica, in particolare dell’INFN, procede oltre e va indietro nel tempo quando, giovane poco più che ventenne (anni '70) di origini vicentine (era nato a Poiana Maggiore in provincia di Vicenza il 24 marzo 1949) si era inserito come promettente laureando nel gruppo di Spettroscopia nucleare di Padova e nella più ampia collaborazione Padova-LNLFirenze- Monaco di cui dirò nel seguito.

Del resto le tappe della sua carriera, evidenziate dai ricordi apparsi nelle comunicazioni dell’ INFN e delle collaborazioni e imprese nazionali ed internazionali cui ha partecipato responsabilmente e come leader, sono alquanto significative. In effetti, dopo un periodo di intensa attività di ricerca sperimentale nel campo della spettroscopia e della dinamica dei nuclei atomici, in particolare mediante l’uso estensivo di reazioni indotte da ioni pesanti agli acceleratori Tandem di Monaco di Baviera prima e di Legnaro poi (anni 1973–1985), si era occupato –sono sue parole– “essenzialmente, di attività di gestione di strutture e programmi di ricerca, a livello sia nazionale che europeo, di progettazione nell’ambito di acceleratori ad alta intensità e di produzione ed accelerazione di fasci instabili di prossima generazione, da utilizzare in studi di struttura nucleare e in campi interdisciplinari che fanno uso di ioni, di tecniche e metodi nucleari”. Tali attività vanno, a partire dal 1985, dall’incarico come membro INFN del Technical Committee per il progetto CNGS (CERN neutrino’s beam to Gran Sasso) alla direzione straordinaria del TIPFA (Trento Institute for Fundamental Physics and Applications) negli anni 2013–2015 e dal 2014 in poi al coordinamento tecnico del CNAO (Centro Nazionale di Adroterapia Oncologica). Significativa la sua partecipazione, a Legnaro, al Project Study e al Project Design di SPES per la facility di produzione di fasci esotici (1997–2002) nonché, a livello europeo, al Progetto EURISOL (Project Study e Design Study) per la nuova infrastruttura europea per fasci di ioni radioattivi basata sulla tecnica ISOL (isotope separation on line) fino all’estensione del Final Report, come coordinatore insieme con Y. Blumenfeld dal 2000 al 2006. Il ricordo commosso dei membri della Collaborazione espresso da Y. Blumenfeld, A. Bonaccorso, M. Lewitovicz, B. Rubio, testimonia la stima e l’affetto di cui era circondato anche in campo internazionale. Così come dei colleghi di GANIL (del cui Comitato scientifico è stato Chairman) e dell’IPN di Orsay (S. Galès) e di colleghi più giovani che lo ricordano affettuosamente come Egle Tommasi e Sandra Pirrone. È stato altresì membro del NUPECC e di altri Comitati nazionali e internazionali in rappresentanza dell’ INFN. Come ha bene ricordato Antonio Masiero, Vice-Presidente INFN, egli amava definirsi ”... un grande servitore dell’INFN “.

Per Legnaro il ricordo è ancora più vivo. È stato il sesto direttore dei Laboratori dal 1998 al 2004 e sotto la sua direzione si è compiuta l’installazione di ALPI, l’acceleratore lineare superconduttivo per ioni pesanti, di cui era stato responsabile di Progetto sviluppando ulteriormente sia la dotazione strumentale che le attività delle divisioni tecnica e macchine dei Laboratori che hanno certamente acquisito notevoli competenze e capacità di ricerca e d’intervento. Egli stesso del resto aveva diretto il gruppo di lavoro che si è occupato della costruzione del primo quadrupolo a radiofrequenza superconduttivo a livello internazionale, spianando la via alla realizzazione di PIAVE, il nuovo iniettore di ALPI.

Ma lasciatemi tornare agli anni '70, quando a Monaco di Baviera la collaborazione promossa da H. Morinaga e dal sottoscritto e formata dai gruppi di Monaco (Morinaga, W. Kutschera, R. B. Huber), Padova–LNL (R. A. Ricci, C. Signorini, M. Morando), Firenze (B. Blasi, P. G. Bizzeti, A. M. Bizzeti–Sona) aveva iniziato la serie di esperimenti di spettroscopia gamma in linea presso l’Acceleratore di ioni pesanti di Garching per lo studio degli stati di alta energia e alto momento angolare dei nuclei della regione 1f7/2 (la “banda” dell’ f7/2) e assoldato i primi “rampolli” pronti per la bisogna: in particolare con le tesi di laurea di Graziano Fortuna (nuclei pari-pari, isotopi del Titanio) e di Alberto Stefanini (nuclei dispari e disparidispari, isotopi del Manganese).

Questo anche perché nei ricordi ufficiali spesso si trascura l’inizio di carriera delle persone . Così uno legge “laureato a Padova nel 1973 con una tesi sperimentale in spettroscopia nucleare“ Punto e basta. Senza ricordare tutto quel che c’è dietro. E dietro c’è molto: l’inserimento, il lavoro non indifferente, strumentale e di studio, lo spirito di corpo, le discussioni e l’apprendimento, l’iniziativa personale. Così accadeva per esempio nelle frequenti discussioni e durante la preparazione della sua tesi, seduti sull’erba del Parco di Nynphenburg dove talvolta solevamo passeggiare. Nell’ambito dei suoi soggiorni a Monaco, è W. Kutschera a ricordare il contributo strumentale (tempi di volo con rivelatori start channel plate) di Graziano ad un esperimento critico per la misura (parti per miliardo) del rapporto isotopico 107Ag/109Ag da tracce di argento in meteoriti con la tecnica AMS (Accelerator Mass Spectrometry).

A Legnaro aveva fatto parte del Gruppo Tandem, da me diretto, durante l’installazione, negli anni 1975–1982, del primo acceleratore di ioni pesanti in Italia e partecipato attivamente a tutte le fasi preparatorie e di completamento, così come agli incontri internazionali specialmente dedicati di Fisica Nucleare. Ricordo uno di questi, la conferenza Internazionale tenutasi a Berkeley nel 1980 in occasione della quale io, lui e Paolo Blasi con rispettive mogli, e Ileana Iori, visitammo parte della California e facemmo visita a Luciano Moretto a Oakland.

Del resto egli era un grande viaggiatore anche in senso turistico ed era noto il suo scampato pericolo dallo Tsunami di Phuket in Thainlandia nel 2014. Indenne era uscito allora da quella terribile avventura. Così non è stato purtroppo questa volta per una sfortunata caduta.

Graziano è stato un valido rappresentante della generazione di mezzo, quella che ha fatto da raccordo tra la storia dei Laboratori di Legnaro, scritta dai fondatori e dai pionieri e i giovani che oggi ne dovrebbero assicurare il futuro insieme con quello dell’INFN.

Ricordarlo è anche un riconoscimento alla sua famiglia, alla moglie Rosanna, al fratello Flavio, al cognato Stefano, alle sue origini, alla “compostezza, alla rettitudine, alla dignità nelle difficoltà“ che erano state loro insegnate –lascio parlare il fratello Flavio– “…come dovere morale. La durezza della vita ci ha insegnato ad affrontare a viso aperto le avversità e la morte (i nonni erano morti tragicamente a causa degli ultimi sussulti dell’occupazione nazista nel 1945 e la madre li lasciò nel 1965) con naturalezza, come ordine delle cose e di quella natura che ci ha accolto e ora ti toglie a noi. Ciao Graziano“.


Renato Angelo Ricci
Laboratori Nazionali di Legnaro, Università di Padova
Presidente Onorario SIF