In Ricordo di Giuseppe Dellacasa (1944-2010)

Giuseppe Dellacasa
Lunedì 23 agosto 2010 è morto Beppe Dellacasa, per un tumore che lo ha strappato alla vita in pochi mesi. La sua morte lascia un vuoto incolmabile nella famiglia e in tutti i suoi amici.

Nato nel 1944, Beppe ha iniziato la sua attività di ricerca ancora prima della laurea, nel 1966, al CNEN di Bologna. Nel 1972 si è laureato a Torino con una tesi sulla produzione di ipernuclei al PS del CERN di Ginevra. Dal 1974 al 1988 è stato dipendente della Sezione di Torino dell’INFN. Nel 1988, risultato vincitore del concorso di Fisica Generale per professore di seconda fascia, è stato chiamato dall’Università di Torino a ricoprire la cattedra di Esperimentazioni di Fisica II. Nel 1994 è risultato vincitore del concorso di prima fascia in Fisica Generale ed è stato nominato professore di Fisica Generale presso la II Facoltà di Scienze M.F.N. di Torino con sede ad Alessandria (dal 1998 Università del Piemonte Orientale) dove ha svolto la sua attività di ricerca e didattica fino agli ultimi giorni della sua vita. In questa sede è stato tra gli artefici dell’istituzione del Corso di Laurea in Fisica. Ad Alessandria è stato Presidente del Corso di Laurea in Fisica, Direttore del Dipartimento di Scienze e Tecnologie avanzate e fondatore e responsabile del gruppo collegato INFN.

Ha tenuto numerosi corsi di insegnamento ed è stato relatore di molte tesi di laurea. La sua attitudine a “stare” con gli studenti gli ha permesso di instaurare un rapporto molto proficuo con gli allievi, che hanno avuto in lui un docente preparato e sempre disponibile, capace di dare loro un’eccellente formazione scientifica ed umana.

L’attività scientifica di Beppe è stata a carattere sperimentale e si è svolta prevalentemente nel campo della fisica nucleare ad energie intermedie ed alte, nei laboratori del CERN e di Saclay. In questi laboratori è stato responsabile di diversi esperimenti, ottenendo un grande apprezzamento in campo nazionale ed internazionale. A Saclay è anche stato membro del comitato scientifico dell’acceleratore Saturne.

Beppe metteva grande entusiasmo e dedizione nel lavoro ed aveva una spiccata capacità di collaborare con i colleghi italiani e stranieri per i quali è sempre stato un punto di riferimento. Le sue eccezionali doti di sperimentatore lo rendevano capace di progettare e mettere a punto esperimenti di grande interesse fisico per i quali era necessario risolvere i più complessi problemi tecnici.
Tra i suoi contributi alla ricerca ricordiamo la sua determinante partecipazione al progetto e alla realizzazione dello spettrometro Omicron al SC del CERN, che ha portato a nuovi risultati sulla diffusione di π a grandi angoli, sul decadimento π0 → e+ + e- , e ad una serie di misure sulla produzione di π nell’urto di ioni He e C su nuclei leggeri.

Beppe è stato poi tra gli artefici dello spettrometro PINOT che con l’acceleratore Saturne a Saclay ha permesso lo studio della produzione di mesoni η per interazione di protoni su H, D e nuclei leggeri. Ha quindi partecipato allo sviluppo di rivelatori per antineutroni al CERN ed antiprotoni a Dubna (Russia) per poi dedicare la sua attività di ricerca allo studio della materia nucleare nella sua fase estrema di densità e temperatura con la possibile formazione di uno stato deconfinato di quark e gluoni.

In quest’ambito Beppe ha collaborato agli esperimenti NA34 ed NA50 che hanno studiato l’interazione di ioni ultrarelativistici al SPS del CERN con nuclei pesanti. Per l’esperimento NA50 è stato fra gli artefici dello sviluppo e della costruzione dell’innovativo calorimetro a zero gradi.
I risultati di NA50 sono stati tra quelli che hanno condotto il CERN ad annunciare la avvenuta transizione di fase della materia nucleare.

Attualmente partecipava con il gruppo del Piemonte Orientale all’esperimento ALICE al LHC. In questo esperimento, che studia le caratteristiche del plasma di quark e gluoni, Beppe ha ricoperto cariche importanti e ha dato grandi contributi alla realizzazione del calorimetro a zero gradi (ZDC) e allo sviluppo del “trigger” per lo spettrometro di muoni.

Oltre all’attività di ricerca di base, Beppe ha condotto ricerche applicative, con tecniche nucleari, in fisica medica, biologica ed ambientale proponendo, ad esempio, l’uso di rivelatori RPC nello sminamento umanitario e nel riconoscimento di materiali pesanti.
La sua costante partecipazione alla realizzazione ed operazione di sofisticati apparati ne ha fatto un profondo conoscitore delle tecniche della fisica nucleare e delle particelle; ciò, unito alla sua attenzione alla didattica, lo ha portato negli ultimi anni ad essere tra i responsabili delle Giornate di Studio sui Rivelatori che si svolgono ogni anno a Torino, a Villa Gualino.

Per tutte le sue eccezionali doti umane e scientifiche Beppe era una presenza insostituibile per tutti: un amico che ti dava una mano e su cui potevi sempre contare. Studenti e colleghi sentiranno la sua mancanza e conserveranno per sempre il ricordo di un uomo di grandissime qualità che li ha lasciati troppo presto ed il cui contributo sarà difficilmente sostituibile.

Emilio Chiavassa
Università di Torino