Labirinti di cristallo

Ilenia Picardi

Labirinti di cristallo è la monografia di Ilenia Picardi, ricercatrice in Sociologia generale presso il Dipartimento di Scienze Politiche dell’Università degli Studi di Napoli Federico II. Per capire da dove nasca questo lavoro bisogna ripercorrere la carriera dell’autrice. Dopo un dottorato in Fisica Teorica, si dedica allo studio delle questione di genere nell’accademia, che la porterà al conseguimento di un secondo dottorato in Sociologia e Studi di Genere. Ha partecipato a diversi progetti di ricerca europei su questi temi e all’attuazione del Gender Equality Action Plan della Federico II, coordinando il primo programma di mentoring nell’accademia italiana a sostegno delle donne nella ricerca.

La lettura ha catturato il mio interesse sin dalla nota di apertura dell’autrice. La scrittura dell’opera è infatti stata terminata nelle ore notturne dei giorni in cui è stato dichiarato in Italia lo stato di emergenza sanitaria per il diffondersi del Covid-19, nel marzo del 2020. L’autrice fa notare come la pandemia abbia messo a nudo la fragilità, spesso dimenticata, della specie più evoluta del pianeta, mostrando come questa vulnerabilità sia profondamente differenziale, ovvero connotata da marcate diseguaglianze sociali. Queste ultime costituiscono il tema principale del volume, che indaga nello specifico le differenze di genere che caratterizzano il mondo dell’accademia e della ricerca.

L’autrice propone un nuovo punto di vista sulla tematica, indicando come fuorviante il modello, convenzionalmente riconosciuto, che identifica la disparità di genere come un soffitto di cristallo quale “frontiera” da conquistare e infrangere. L’indagine dell’autrice sposta il piano dell’analisi e la problematizzazione delle disuguaglianze di genere dal semplice soffitto alla porta e ai labirinti di cristallo, ovvero i meccanismi che regolano l’ingresso, la permanenza e la fuoriuscita delle donne dal percorso scientifico e accademico. Ben noto è il diagramma a forbice delle carriere, che mostra come il momento del passaggio dal lavoro a tempo determinato a quello indeterminato costituisca l’inizio della differenziazione del percorso accademico tra uomini e donne.

La ricerca dell’autrice fa notare come elementi dell’etica scientifica riconosciuti indispensabili, come la “neutralità” e “universalità” della scienza, producano effetti ambivalenti, e in alcuni casi controintuitivi, rispetto ai criteri di gender equity. Gli interventi e le politiche a sostegno dell’uguaglianza di genere promosse finora non risultano pertanto sufficientemente adeguati a contrastare l’effetto di alcuni dei meccanismi sottesi agli attuali sistemi di valutazione, di reclutamento e di progressione di carriera, dei quali si mostra l’inconciliabilità con i presupposti di un’effettiva equità. Ne risulta un’ulteriore restrizione dell’ingresso nell’accademia. Per quantificare le differenze di genere nella fase di reclutamento l’autrice introduce un nuovo indice, il Glass Door Index (metaforicamente una porta di cristallo), specificamente concepito per rilevare la distanza di parità di genere nella transizione dalla fase di precariato alla fase di incardinamento nei ruoli a tempo indeterminato: se pari ad 1, la percentuale di donne presente nella fase di accesso accademico coincide con la percentuale di donne nelle fasi a tempo determinato; se maggiore di 1 la percentuale di donne nella fase di accesso accademico diminuisce rispetto a quella delle donne intuniz-vipraio fase determinata. Il diffondersi di iniziative a sostegno della parità di genere, attuate dalle istituzioni e dalla Comunità Europea sin dagli anni Novanta, farebbe pensare che il valore di questo indice sia in diminuzione. L’analisi dei dati dell’autrice dimostra, invece, come questo indice sia in crescita e conseguentemente nei settori scientifici le donne siano tutt’oggi significativamente sottorappresentate.

Il lavoro scientifico dell’autrice affianca un’analisi statistica dei dati del personale accademico italiano a una ricerca qualitativa che ha consentito di approfondire i risultati quantitativi ottenuti. Tale indagine ha una base empirica di 44 interviste e 3 focus group che hanno coinvolto donne ricercatrici e docenti italiane con opinioni diverse sulla parità di genere nella scienza e nel mondo accademico. Dal materiale raccolto, dalla sua codifica e analisi, si delinea una vera e propria mappa dei meccanismi di produzione e riproduzione delle differenziazioni di genere esistenti, trasposta nella metafora dei labirinti di cristallo della Scienza. Visualizzare il labirinto vuol dire rendere riconoscibili le barriere, deviazioni, dilemmi che scandiscono momenti cruciali del percorso professionale: stereotipi spesso inconsapevoli, processi di segregazione, aspettative di ruolo e criteri di valutazione tacitamente differenziati o differenzianti, meccanismi di networking che privilegiano la dimensione informale e i riti di genere che la caratterizzano, l’ambivalenza del sistema normativo della scienza e la tensione irrisolta tra merito e riconoscimento/appartenenza.

Visualizzare l’esistenza non di un semplice soffitto, bensì di un complesso labirinto che si apre alle spalle di una piccola insidiosa porta, equivale ad avere la mappa con cui orientarsi e orientare. Vuol dire diventare consapevoli dell’esistenza dei meccanismi che riproducono le disuguaglianze di genere e poterli quindi fronteggiare.

Suggerisco questa lettura, che a una ricercatrice in fisica della materia come me ha dato una visione della sociologia molto più scientifica di quanto non credessi. E questo grazie alla doppia natura di fisica e sociologa della autrice, che riesce non solo a portare il lettore a formulare della riflessioni, ma gli fornisce anche il materiale scientifico su cui poter dipanare la riflessione stessa.


Antigone Marino
Consiglio Nazionale delle Ricerche


Ilenia Picardi
Labirinti di cristallo
Strutture di genere nell'accademia e nella ricerca
Il riccio e la volpe. Franco Angeli, 2020
pp. 124; € 16,50
ISBN: 978-88-351-0721-7
e-book: € 12,99
ISBN: 978-88-351-0363-9