Insegnare e apprendere fisica

Matteo Leone

Le Indicazioni Nazionali per il Curricolo della Scuola Primaria e dell’Infanzia da tempo mettono in luce la grande rilevanza, per una corretta formazione dei bambini, delle attività formative negli ambiti disciplinari scientifici e, fin dalla sua istituzione, nell’Anno Accademico 1998/99, il Corso di Laurea in Scienze della Formazione Primaria ha previsto le discipline scientifiche, tra cui la fisica, tra le attività formative caratterizzanti.

È, però, di tutta evidenza che le attività per la formazione dei docenti della Scuola Primaria e dell’Infanzia in ambiti come quello della fisica debbano essere pensati in modo specifico, tenendo conto della necessità di mettere in condizione gli insegnanti in formazione, da un lato di completare efficacemente l’acquisizione dei contenuti fisici (dopo gli anni più o meno proficuamente dedicati all’apprendimento di essi nella Scuola Secondaria), dall’altro di confrontarsi con le tante problematiche legate all’apprendimento della fisica. Quest’ultime vanno dalla consapevolezza dell’esistenza nei bambini di rappresentazioni mentali “spontanee” (perché frutto dell’esperienza di vita quotidiana) su tanti fenomeni naturali, che possono influenzare notevolmente l’apprendimento delle rappresentazioni più “scientifiche” degli stessi fenomeni, al riconoscimento dei tanti “nodi concettuali e linguistici”, che possono rendere difficoltoso l’apprendimento della fisica, alla necessità di facilitare nei bambini una costruzione attiva della conoscenza. Quest’ultima può rappresentare, secondo la ricerca in didattica, un modo efficace per migliorare la comprensione delle tematiche e metodologie tipiche della fisica e della Scienza, più in generale. Non va, infine, sottovalutata l’importanza dell’inquadramento delle attività di formazione in fisica dei futuri insegnanti della Scuola Primaria e dell’Infanzia in un contesto più ampio, che coinvolga altre discipline in una visione unificata della cultura e faccia riferimento anche al modo in cui i saperi della fisica si sono formati, con riferimento ai contesti storici e sociali che hanno portato al loro sviluppo, e all’interessante considerazione, rintracciabile in letteratura di ricerca, che possono essere individuati “sorprendenti parallelismi” tra le concezioni sostenute dagli uomini di scienza di epoche precedenti alla nostra e le già citate rappresentazioni mentali spontanee dei bambini (e dell’ “uomo medio della strada”, per dirla tutta!).

Tutto quanto detto finora è ottimamente rappresentato e messo in atto nel contesto della manualistica didattica dal testo “Insegnare e Apprendere Fisica nella Scuola dell’Infanzia e Primaria” di Matteo Leone. Il testo è strutturato in cinque parti, che includono i contenuti disciplinari indicati nel Decreto Ministeriale che istituisce il nuovo ordinamento del Corso di Laurea in Scienze della Formazione Primaria (DM 249/2010), integrati da quelli suggeriti dalle suddette Indicazioni Nazionali:

– una prima parte sullo specifico argomento della misura, suddivisa in due capitoli che trattano, rispettivamente, di misura di spazio e di tempo;

– una seconda parte, sulla natura della materia, suddivisa in cinque capitoli che trattano del concetto di peso nelle sue diverse accezioni e delle relazioni/ differenziazioni con altri concetti, quali volume e densità, delle proprietà dei fluidi, e dell’aria, in particolare, e della relazione tra materia e suono;

– una terza parte, denominata “Scienze Fisiche”, suddivisa anch’essa in cinque capitoli, che parte dal concetto “unificante” di energia e tratta poi gli importanti concetti di calore, temperatura, le fenomenologie elettrostatiche e della conduzione elettrica in circuiti e del magnetismo;

– una quarta parte, denominata “Scienze Astronomiche”, suddivisa in due capitoli che trattano, rispettivamente, le proprietà della luce e il tema del cielo e dei movimenti di due “oggetti” tanto importanti per le rappresentazioni mentali che i bambini si costruiscono dei fenomeni della vita quotidiana: il Sole e la Luna;

– una quinta, e ultima, parte che riporta due esempi di buone pratiche, una relativa alla Scuola dell’Infanzia, dedicata al magnetismo, e una per la Scuola Primaria, sui moti apparenti di Sole e Luna.

Le prime quattro parti del testo seguono una linea comune: esse trattano ogni tematica partendo, inizialmente, dalle rappresentazioni mentali spontanee dei bambini sui concetti scientifici oggetto dei vari capitoli; continuano poi con dei richiami alla storia della costruzione dei concetti stessi da parte degli uomini di scienza del passato, con una trattazione concisa, ma efficace, dei diversi saperi scientifici, con una interessante e formativa trattazione della didattica dei contenuti per la Scuola Primaria e dell’Infanzia, e concludono la trattazione con un utile elenco di domande, esercizi e problemi.

Parte integrante dei paragrafi didattici sono le schede di laboratorio, che includono indicazioni ed esempi su materiali, difficoltà e metodiche necessarie per la realizzazione di semplici esperimenti con materiali “poveri”, cioè facilmente recuperabili in situazioni di vita di tutti i giorni. Finalità di queste schede è quella di sostenere l’insegnante in formazione nella comprensione di fenomenologie fisiche e di fornirgli suggerimenti su come impostare in classe esperimenti che possano essere, eventualmente, poi riprodotti a casa, coinvolgendo, magari, anche i genitori e gli amici.

La quinta parte del testo contiene, come già detto, degli esempi di “buone pratiche” didattiche, progettate e sperimentate nell’ambito di attività di ricerca in didattica della fisica e dell’astronomia e di lavori di tesi in didattica della fisica del Corso di Laurea in Scienze della Formazione Primaria dell’Università di Torino. Tali esempi ben si sposano con l’idea, ormai ben accettata nella comunità di ricerca in Didattica della fisica, che le metodologie didattiche che gli insegnanti in formazione studiano durante i corsi teorici di ambito trasversale (Pedagogico, Psicologico) devono essere poi effettivamente utilizzate nello specifico contesto della disciplina da insegnare, allo scopo di promuovere la “ricostruzione didattica” dei relativi contenuti scientifici. È, infatti, ben noto che gli insegnanti in formazione devono essere esplicitamente invitati a mettere alla prova la propria conoscenza scientifica sperimentando loro stessi i percorsi didattici studiati e/o progettati e condividendo, discutendo tra loro e poi portando in classe le attività studiate e progettate. Ciò può anche favorire l’attivazione negli insegnanti in formazione di processi di riflessione sulle modalità di apprendimento delle discipline scientifiche, tramite auto- osservazione e riflessione sui propri stati cognitivi (Metacognizione).

In conclusione, il testo “Insegnare e Apprendere Fisica nella Scuola dell’Infanzia e Primaria”, rivolto agli studenti dei Corsi di Laurea in Scienze della Formazione Primaria, con l’obiettivo di contribuire alla loro formazione, sia sotto il profilo dell’acquisizione/ completamento di conoscenze disciplinari di base, sia sotto quello della riflessione sulle opportune strategie didattiche da porre in essere, svolge egregiamente i compiti che si è prefisso.

A nostro avviso la lettura di questo testo sarebbe da consigliare caldamente anche agli insegnanti in servizio nella Scuola Primaria e in quella dell’Infanzia, in quanto ottimo e accessibile strumento per approfondire i contenuti di base della fisica classica e i suoi processi di insegnamento e apprendimento, sulla base dei risultati più condivisi in ricerca in didattica delle discipline scientifiche.


Claudio Fazio
Università di Palermo


Matteo Leone
Insegnare e apprendere fisica
nella scuola dell'infanzia e primaria
Mondadori Università, 2020
pp. XIV-330, € 28,00
ISBN: 9788861846944
e-book: pp. 344, € 23,99
ISBN: 9788861846951