La musica nascosta dell'Universo
La mia vita a caccia delle onde gravitazionali
“È davvero incredibile che qualcuno sia riuscito a scrivere una musica con un tale livello di bellezza e di complessità, e che altri esseri umani come me riescano a comprenderla. Lo trovo sconvolgente. Per me la profondità e le trovate di Beethoven nella musica hanno un impatto equivalente alla relatività generale e alle altre cose di cui mi sono occupato per tutta la vita nel campo della fisica”.
Queste parole sono di un grande fisico sperimentale italiano, un uomo di grande sensibilità e cultura scomparso due anni fa: Adalberto Giazotto. A lui dobbiamo il progetto del più grande rivelatore di onde gravitazionali europeo, Virgo, e la condivisione di tanti gruppi italiani con i colleghi della collaborazione LIGO della storica scoperta delle onde gravitazionali.
Prezioso questo testo edito da Einaudi e uscito postumo a cura di Andrea Parlangeli. Chi ha conosciuto Adalberto e ha lavorato con lui vi ritroverà il collega innovatore e visionario, anticipatore della necessità di un network mondiale di antenne gravitazionali e di aprire alle basse frequenze la finestra sensibile dei rivelatori. Uno sperimentatore indomito e un maestro con l’esempio, sempre spinto dalla necessità vitale di comprendere e superare tutti gli ostacoli e sempre pronto a condividere l’entusiasmo dei progressi compiuti. Ostacoli e progressi entrambi giganteschi per arrivare alla grande scoperta, raccontati molto bene nel libro. E ritroverà l’uomo con le sue passioni, sempre pronto a discutere di tutto: di fisica, di musica, di lontani deserti e di vicini borghi, dei piaceri della vita. Chi non ha avuto la fortuna di conoscerlo scoprirà la storia di un uomo straordinario affascinato dalla bellezza della natura in tutti i suoi aspetti, come testimoniato dalla sua passione per i cristalli conservati in una eccezionale collezione di campioni provenienti da tutti i continenti.
Il filo conduttore lungo tutto il testo è il connubio tra musica e onde gravitazionali, vibrazioni armoniche e vibrazioni dello spaziotempo, grandi generatrici di profonde emozioni della sua vita. Figlio del celebre musicologo Remo Giazotto, vero compositore del famosissimo “Adagio di Albinoni” (finalmente in questo libro la storia veridica dell’origine di questo brano musicale), Adalberto ha vissuto da sempre immerso nella creatività e nell’amore dell’armonia. Sviluppare i più sensibili microfoni in grado di percepire le onde gravitazionali, probabilmente le più affascinanti tra le vibrazioni della natura, è stata quasi inconsapevolmente una missione e un destino.
Per accompagnare l’annuncio della scoperta, nella sala conferenze dell’European Gravitational Observatory a Cascina, la sede di Virgo, gli organizzatori dell’evento in suo onore utilizzarono come colonna sonora proprio l’Adagio di Albinoni-Giazotto. Adalberto gradì moltissimo ma confessa nel libro: ”Io avrei scelto Beethoven, il secondo movimento del Quartetto per archi opera 18 n.1, l’Adagio affettuoso e appassionato che con un urlo di violenza beethoveniana ben avrebbe accompagnato il segnale osservato”.
L’ho ascoltato, e ho ringraziato Adalberto ancora una volta.
Eugenio Coccia
GSSI, L’Aquila
- Adalberto Giazotto
- La musica nascosta dell'Universo
- La mia vita a caccia delle onde gravitazionali
- (a cura di Andrea Parlangeli)
- Passaggi Einaudi, 2018
- pp. X - 128, € 15,00
- ISBN 9788806239244