Notte siriaca
Leggere “notte siriaca”, di Monica Colpi, significa prendere parte a una conversazione ricca e ispirata sulla natura dell’universo, illuminata dalle più recenti conoscenze scientifiche e carica di meraviglia per la bellezza senza tempo del cielo stellato. Il dialogo è condotto dalla voce dell’autrice, astrofisica di livello internazionale nel campo delle onde gravitazionali, ed è sostenuto dalla presenza misteriosa e coinvolgente di altre quattro figure femminili: quelle di altrettante divinità greche, ciascuna con il suo preciso carattere e sentimento della realtà. Così ci si trova ad abbracciare l’infinito con la mente aperta di Epistème, a ricercare il senso fisico e tangibile della natura con Sophia, a seguire le geniali intuizioni di Èunoia, a stupirsi con l’immaginazione fanciullesca di Areté.
A dare spessore all’ambiente di questo inedito percorso sono le tappe di un viaggio fra i resti delle antiche civiltà del Mediterraneo, dal tempio apollineo di Delphi nel cuore della Grecia antica, fino al grande Teatro di Leptis in Libia. Si tratta evidentemente di luoghi ben familiari alle quattro dee, ma anche conosciuti e amati in prima persona dall’autrice, la quale sa rendere in modo vivo l’emozione di respirare quell’aria densa di memoria e di ammirare quei paesaggi e quei colori, così diversi tra una regione e l’altra. Il tutto, naturalmente, al cospetto dell’immensa volta celeste, la quale non ha mai fatto mancare le sue luci nei brevi millenni della storia umana.
Così, fra oasi sperdute e antichi resti archeologici, vediamo apparire sulla scena le principali tappe della nostra conoscenza dell’universo: il crollo del geocentrismo, la gravitazione Newtoniana, la fisica relativistica e quantistica, il modello standard delle particelle, l’espansione cosmica, il big bang. La narrazione procede dal racconto della scienziata e si riflette negli occhi stupiti e talvolta perplessi delle quattro divinità. Ma non si tratta di una lezione “top-down”: la curiosità, le reazioni, le anticipazioni, le domande che le figure mitologiche esprimono di fronte alla rivelazione di quelle impensabili scoperte sono parte integrante del percorso di conoscenza a cui il lettore è invitato. La scienza moderna ha sconvolto e allargato a dismisura l’immagine antica dell’universo, ma le domande profonde e l’assetto dell’intelligenza umana risuonano della medesima eco in ogni epoca. E se c’è un tempo e un luogo in cui è possibile rintracciare il primo emergere di certe domande, è proprio il tempo e il luogo in cui il dialogo di “notte siriaca” ci conduce. Così, ad esempio, la ricerca dei costituenti elementari della materia, che oggi riconosciamo in una manciata di quark e di leptoni, ha le sue radici nell’antica immagine dell’archè, la sostanza ultima del mondo; e la domanda sulla finitudine o infinità dell’universo non ci ha mai abbandonati da quando, nelle antiche scuole greche, fu espressa in modo accurato.
Nel proporre sinteticamente le attuali conoscenze di astrofisica e fisica fondamentale, “notte siriaca” ci comunica uno sguardo ampio sul cosmo e sul nostro appassionato tentativo di svelarne i segreti. Un tentativo che non si è affatto concluso: Le dee si rendono conto perfettamente che neppure noi, abitanti del XXI secolo, abbiamo chiuso la vicenda. Al contrario, esse comprendono che il nostro quadro attuale dell’universo, quasi fosse un’opera d’arte, ci gratifica per certi suoi tratti magnificamente compiuti ma, al tempo stesso, ci strugge per la sua incompletezza e ci invita ad andare ancora oltre.
Marco Bersanelli
Università di Milano
- Monica Colpi
- Notte siriaca
- Taccuini di astrofisica
- Narrazioni. Scienza express, 2020
- pp. 152, € 17,00
- ISBN: 978-88-96973-94-3