Odi et amo

Giuseppe Caglioti

Un libro sull’ambiguità ... ambiguo sin dal sottotitolo! A prima lettura vien da chiedersi – io me lo sono chiesto – cosa abbiano in comune la meccanica quantistica (per me pietra angolare della moderna comprensione razionale del mondo naturale) e le immagini ambigue: la meccanica quantistica, stante che produce le più accurate predizioni sui fenomeni fisici di cui siamo capaci, è certamente probabilistica, ma tutt’altro che equivoca (nel senso in cui lo è una immagine interpretabile in modi diversi).

E poi anche: un libro (in un certo senso) ambiguo se consideriamo che è scritto da un fisico, col sostegno di una filosofa e illustrato da un architetto. Con prefazione di un altro fisico e postfazione di uno psichiatra.

Superata la perplessità iniziale, si inizia a leggere il volume e se ne rimane subito catturati, alla fine capendo cosa lega tutto: il ribaltamento del punto di vista.

Il libro è tutto qui: questo ribaltamento costituisce un passaggio cognitivo tanto complesso quanto ricco di creatività perché chiede, al fine di superare l’ambiguità, un capovolgimento di prospettiva o, in parole diverse, un rifacimento della nostra struttura percettiva e di pensiero (quantisticamente: onda o corpuscolo? visivamente: immagine di un vaso o di due profili affacciati?).

In realtà l’autore ci suggerisce fin dalle prime pagine quale sia il fascino dell’ambiguità, quando mette a preambolo del primo capitolo del libro, immediatamente dopo l’introduzione, una stupenda frase di M. Kundera: “The greater the ambiguity, the greater the pleasure”.

Dunque, ecco chiarito quale sia lo scopo e il senso di questo libro: proporre un viaggio di piacere intellettuale, percorso fuori dai confini (apparentemente) rassicuranti del certo.

Le pagine di Caglioti ci guidano in questo viaggio con una narrazione sempre nitida, elegante e a tratti anche arguta. Narrazione accompagnata da un apparato iconografico semplicemente delizioso ed efficacissimo nel permettere al lettore di visualizzare l’ambiguità descritta nel testo, spaziando tra simmetrie geometriche, strutture cristalline, immagini di arte e di natura, proiezioni, geometrie frattali, matrici e tabelle. Una moltitudine di immagini completate dalla originale sezione intitolata “Schede grafiche”. Tutto in un continuo rimbalzo tra fisica e filosofia, tra scienza e arte, tra rappresentazione e comprensione.

Tra i tanti esempi discussi, gioca un ruolo fondamentale nella presentazione di Caglioti il cubo di Necker, un’optical art realizzata nel 1832 da L. A. Necker, alpinista e cristallografo svizzero. Un “giocattolo” (absit iniuria verbis) che viene normalmente usato come esempio di ingannevole rappresentazione della realtà e, dunque, come ambiguo in modo quintessenziale. Caglioti ribalta questa narrativa e trasforma il cubo di Necker in paradigma di relazione tra realtà e inconscio, facendone lo strumento per comprendere – fuori da ogni schema monodisciplinare – sia la dinamica della percezione sia l’ambiguità quantistica introdotta poche pagine prima descrivendo in modo accessibile, ma rigoroso ed efficace, il dualismo onda-corpuscolo e il principio di sovrapposizione.

La base concettuale del libro è riassunta efficacemente nella scelta del titolo “Odi et amo” di Catullo che, sin dalla copertina, lancia al lettore un chiaro messaggio: questo libro non offre certezze, ma piuttosto un continuo oscillare tra “stati” (percettivi) diversi. Ancora una volta, dunque, un concetto squisitamente quanto-meccanico che, lungi dal lasciarci smarriti, in realtà ci dischiude un orizzonte affascinante: quello dei fenomeni complessi. Mi sembra che questa sia la corretta chiave di lettura della bella introduzione di G. Benedek, definito da Caglioti suo “semisecolare amico” (e, aggiungo io, compagno di scorribande in terreni poco battuti).

Anche la postfazione di V. Andreoli percorre il solco tracciato da Caglioti, insistendo sul concetto che la realtà sia leggibile a tanti livelli diversi come suggerito dai traguardi più moderni delle neuroscienze. Esse, in particolare, sembrano aprire nuove prospettive circa il funzionamento profondo del nostro cervello, forse non più assimilabile a una “macchina” deterministica, ma bensì probabilistica. Di nuovo la meccanica quantistica, di nuovo una forma di ambiguità.

Godibilissima lettura, questo volume, anche se non sempre facilissima: non inganni il linguaggio, apparentemente semplice, perché è spesso veicolo di concetti sottilissimi; non ingannino le tante figure, tutte esteticamente belle, perché quasi sempre fonte di sorprese al di là della prima impressione. Aiuta, per approfondire ed esplorare con maggior ampiezza quanto discusso nel testo, la ricchissima bibliografia che copre ambiti culturali e scientifici diversissimi.


Luciano Colombo
Università di Cagliari


Giuseppe Caglioti con Tatiana Tchouvileva, Luigi Cocchiarella
Odi et amo
Dalle ambiguità percettive al pensiero quantistico
Mimesis, 2020
pp. 244, € 20,00
ISBN: 978-88-575-6600-9