I marziani siamo noi

I marziani siamo noi

Siamo dunque marziani? In che senso, Giovanni? Nel senso che tutti potremmo esserlo grazie alla panspermia e all’altissima probabilità che ci sia qualcuno là fuori (s’intende in carne e ossa o qualcosa del genere), oppure nel senso che siamo noi come marziani a pensarlo? È vero, noi della Dinamo Universal abbiamo vinto per 5 a 0 (parlo naturalmente da tifoso e non da giocatore) nella partita di ritorno del derby con il Mancentered – impagabile il gol di Fred Hoyle con tavola di Mendeleev sulla maglietta! Ma c’è sempre chi rimette la coppa in palio e rinnova la sfida. Non ti sarà sfuggito “il tramonto di una ipotesi” di un recente convegno incautamente sostenuto dal CNR. Il solerte “filosofo” non ha proprio digerito il secondo gol di Charlie Darwin, che l’arbitro voleva annullare e, non essendosi accorto che l’ipotesi era tramontata da un pezzo essendo diventata certezza, sperava nella sanzione della Lega Calcio sia pure con un buon secolo e mezzo di ritardo. C’è poi la squadra degli USA che rischia di mettere in campo per il Mancentered l’oriundo Santorum – il cui solo nome già incute timore.

Mi scuso con i lettori se mi sono rivolto all’autore anzichè a loro. Sono sicuro che il criptico riferimento a una storica disfida calcistica li incuriosisca e induca a leggere questo libro. In effetti il derby tra gli antropocentrici e gli universali è solo l’ouverture. Ad essa segue una breve storia dell’Universo medesimo, dal Big Bang alla vita, con la quale siamo introdotti a quella parte dell’astronomia attuale che riesce finalmente a curiosare in sistemi stellari simili al nostro, alla ricerca di pianeti alieni e storie biologiche parallele. La straordinaria risoluzione di nuovi telescopi allarga il campo d’osservazione di molti anni-luce ogni anno, e con la missione GAIA dell’Agenzia Spaziale Europea saranno centinaia di migliaia i nuovi pianeti rilevati in lontani sistemi stellari. Chissà che le spettroscopie molecolari non rivelino in qualcuno di essi l’esistenza di forme di vita. In attesa accontentiamoci dell’astronomia di contatto, ossia di quanto riusciamo a portarci a casa dai pianeti e comete visitati dalle sonde spaziali, oppure di quanto, proveniente da mondi lontani nel tempo e nello spazio, le meteoriti ci recapitano direttamente a domicilio. Sfatata la leggenda dei marziani, da molti un tempo creduta (o temuta) come fatto scientifico, resta nondimeno la domanda: c’è qualcuno là fuori? Se sì, qual’è il meccanismo naturale che dá origine alla vita, vista la sua ubiquità? Come tifosi della Dinamo Universal sarebbe meglio che non ci ponessimo domande del genere, poiché, come dice Sir John Maddox opportunamente citato dall’autore, “il futuro di solito non porta le scoperte che noi ci attendiamo, bensi altre del tutto impreviste”. Il lettore non troverà quindi facili risposte a queste e altre domande esistenziali, ma sarà sicuramente catturato dal rapido excursus sull’astronomia fino alla più recente, e apprezzerà l’eccellente stile divulgativo dell’autore, capace di coniugare il suo vasto e autorevole magistero con un’esposizione semplice e sempre ricca di humour.

G. Benedek

G. F. BignamiI marziani siamo noi
Un filo rosso dal Big Bang alla vita
A cura di Federico Tibone e Lisa Vozza.
Chiavi di lettura. Zanichelli Editore S.p.A. Bologna, 2010
pp. 207
€ 10,20
ISBN 978-88-08-26156-4